Distilleria: Springbank
Origine: Scozia
Regione: Campbeltown
Tipologia: Single Malt
Gradazione: 57.1%
Botte: ex-bourbon, ex-sherry
Età: 12
Torbatura: Bassa
Vintage: N/A
Reperibilità: Bassa
Fascia di prezzo: Alta (>100€)

Siamo a Campbeltown, nella distilleria di Springbank, madre della famosa triade di whisky: Hazelburn (non torbato), Springbank (leggermente torbato) e Longrow (torbato).
Si fregia di essere l’unica distilleria in Scozia ad avere il 100% del proprio processo produttivo presso la distilleria. In particolare, l’unica a maltare il 100% dell’orzo utilizzato per la distillazione. Non una ma bensì 3 maltaggi diversi. Infatti l’essicazione, a seconda del tipo di whisky che sarà prodotto può avvenire con fumo di torba (Longrow), aria calda (Hazelburn) o un misto dei due (Springbank).
Per quanto riguarda il marchio Springbank, le due caratteristiche più tipiche sono:
- il fatto di essere leggermente torbato, frutto del passaggio dalla produzione di Hazelburn e Longrow (e ritorno);
- Il fatto di essere distillato due volte e mezza.
A questo punto la domanda sorge spontanea: come fa ad essere distillato 2.5 volte? In realtà la definizione è fuorviante in quanto si tratta a tutti gli effetti di una tripla distillatura. L’unica differenza è che parte del distillato che confluisce al terzo pot still, non arriva dal secondo ma direttamente dal primo (circa un 20%).
Nel suo core range, Springbank annovera: sono presenti: Springbank 10, Springbank 12 cask strength (oggetto della presente degustazione), Springbank 15, 18, 21, 25, 30, Springbank Local Barley e Springbank 10 PX.
Lo Springbank 12 CS ha come peculiarità che ogni release è customizzato in base al prodotto. A partire dal distillato a disposizione, la composizione in termini di % di contribuzione tra affinamento ex-bourbon e ex-sherry è variabile. Quello in degustazione è il batch 19 composto da un 65% ex-bourbon e 35% ex-sherry.
Degustazione

Naso
Al naso avvertiamo subito odore di Gas. Dopo aver controllato che la casa non stesse per saltare in aria, proseguiamo la degustazione. È evidente l’apporto principale delle botti ex-bourbon che restituiscono sentori erbacei e di resina. Avvertiamo poi una caratteristica comune a tutti gli imbottigliamenti Springbank che è un piacevolissimo odore di legno umido. Chiude su note solforose e un sottofondo di frutta ma non molto dolce (pera e pesca acerba).
Palato
Al palato ritorna evidente il sapore legnoso. Poi malto e cereale ma senza la componente più dolce. Resta oleoso e con una nota solforosa già percepita al naso. L’impressione che abbiamo bevendolo è che sia un whisky ben fatto. Risulta amalgamato molto bene in tutti i suoi sapori senza le spigolature che potremmo trovare in un cask strength.
Finale
Finale lunghissimo e oleoso. Molto persistente anche in termini di intensità. Rispetto al palato e al naso escono di più note salate e di caramello.
Overall
È quasi pleonastico dire che è un ottimo whisky in quanto rappresenta una sorta di pietra miliare per coloro che approcciano il mondo del whisky andando anche di poso sotto la superficie. Abbiamo trovato un whisky complesso, esplosivo ma al tempo stesso equilibrato. Tantissimi sapori ben amalgamati. Facciamo mea culpa perché, con i nostri limiti, non siamo riusciti ad identificarli e passarveli tutti. Inconfondibilmente Springbank con sentori di legno umido e sale.
Segnaliamo che il prezzo, alla data di pubblicazione di queste note di degustazione, è esploso e, a seconda dei batch, può superare i 300€ (il prezzo di acquisto di questa bottiglia, per cui ringrazieremo sempre Riccardo Sciocco, è stato di 60€). La ragione dell’incremento del prezzo è data dal fatto che si tratta di un prodotto straordinario non più commercializzato (la più semplice applicazione della teoria di domanda/offerta). Questo aspetto non può che essere considerato nella valutazione complessiva del prodotto anche se con non poche difficoltà da parte nostra.