Distilleria: Non dichiarata (Mannochmore)
Origine: Scozia
Regione: Speyside
Tipologia: Single Malt
Gradazione: 58.0%
Botte: Hybrid American & European oak hogshead
Età: 13
Torbatura: Assente
Vintage: 2009
Reperibilità: Bassa
Fascia di prezzo: Media (50-100€)

The Scotch Malt Whisky Society è il club privato di uno dei più importanti imbottigliatori indipendenti scozzesi. Fondata ad Edimburgo nel 1983, l’organizzazione imbottiglia e vende single malt, single cask scotch whisky.
Il tutto nasce dall’ottimo Phillip “Pip” Hills che semplicemente è riuscito in qualcosa che chiunque di noi vorrebbe fare:
- Andare a visitare una distilleria e trovare un ottimo whisky.
- Convincere un gruppo di amici a comprarne una botte (perché ci piace l’esclusività e il possesso)
- Imbottigliare, dividersi le bottiglie, alcune tenerle e altre venderle.
- And repeat…
Caratteristiche chiave dei prodotti SMWS sono: imbottigliamenti cask strength, per apprezzarli nella loro forma più pura, e non disclosure della distilleria di origine. Questo ultimo aspetto ha lo scopo di non farsi influenzare da nomee e pregiudizi ma degustare in modo agnostico. Una scelta sicuramente avanguardistica per coloro che infatti si definiscono “MAVERICKS SINCE 1983”
Una peculiarità che vale la pena evidenziare è l’affinamento in botte ibrida. In sostanza la botte è composta da diverse tipologie di legno, in questo caso quercia europea e quercia americana. Parliamo letteralmente di una botte assemblata con doghe di natura diversa. Ciascuna tipologia restituisce caratteristiche diverse al prodotto finale.
È significativamente diverso da un “semplice” vatting tra due botti diverse? Non abbiamo la risposta. Fare dei paralleli sensati nel mondo del whisky dove le dimensioni di variabilità sono tantissime è molto difficile. Quindi ci limiteremo a raccontare quello che troveremo nel bicchiere.
Degustazione

Naso
Naso davvero interessante e funambolico. Primissima impressione borotalco poco dopo esce un’apoteosi di spezie, una sorta di misto indistinguibile di odori degno di un banchetto delle spezie in un mercato indiano. Poi escono sentori di pelle, per l’esattezza portafoglio (sì, lo annusiamo, soprattutto quando è pieno). Si avverte anche un leggerissimo fumo di buccia di verdura grigliata e alcol. Lasciando ossigenare esce un profumo di essenza di menta.
Palato
Al palato lo speziato avvertito al naso si semplifica in un pepe che accompagna sentori più dolci ma non zuccherini riconducibile ad un cacao amaro. Non è per niente oleoso ma piuttosto molto secco e lascia la bocca estremamente pulita. Sensazione che abbiamo trovato peculiare. Una pecca: si fa sentire in modo piuttosto deciso l’alcol.
Finale
Molto lungo sulle stesse note percepite al palato. Quando sparisce tutto il groviglio di sapori, lascia una sensazione dolce di sottofondo che potremmo riassumere con questa metafora: Una caramella Toffee Elah mangiata 10 minuti fa.
Overall
Una sorta di scambio di tennis prolungato e a ritmo sostenuto tra odori e sapori molto diversi. Abbiamo trovato davvero tanta carne sul fuoco, forse addirittura troppa. Un whisky eclettico che non siamo sicuri di aver capito fino in fondo. Il finishing in botte ibrida sembra rappresentativo della valutazione complessiva. Un’identità un po’ confusa che non riesce ad esprimersi al meglio né in una direzione né nell’altra. Insomma, né carne né pesce ma ci mangiamo volentieri anche un buon vitello tonnato (semi-cit.)